Finalmente ci lasciamo alle spalle la brutta serie di pareggi e torniamo alla vittoria ...
Finalmente ci lasciamo alle spalle la brutta serie di pareggi e torniamo alla vittoria con una prestazione forse non troppo convincente dal punto di vista tattico, ma che ha messo in luce diversi aspetti interessanti su cui riflettere. Un due a zero in casa dell’Udinese su un terreno non facile.
In primis vorrei sottolineare l'entusiasmo per il lavoro di mister Conte che sta dando fiducia ai due giovanissimi della rosa. Bastoni (20 anni) ed Esposito (17 anni) stanno mettendo sul piatto carattere, personalità e soprattutto si stanno dimostrando all'altezza di militare in un grande club come la nostra Inter. Lavorare sui giovani vuol dire scommettere sul futuro, quid fondamentale sia per il valore di mercato degli stessi giocatori sia per l'impatto che questi possono avere durante la stagione, diventando non solo un rimpiazzo, ma soprattutto una risorsa su cui poter contare ogni partita.
In secondo luogo sono rimasto piacevolmente soddisfatto della prestazione dei nuovi innesti che hanno dimostrato di essersi integrati sin da subito. Danno sicuramente qualità nell'uno contro uno alzando un po' il livello di esperienza e specificità nei diversi ruoli. La prima presenza dal primo minuto di Moses è fatta di tanta corsa e continua ricerca dell’uno contro uno, dove spesso e volentieri è costretto al duello con Sema. Quando ha spazio lo sfrutta, ma non sempre è lucido nella giocata finale. Mette in ogni caso minuti importanti nelle gambe. Eriksen, invece, galleggia tra le linee e fatica a trovare idee a causa del continuo raddoppio meticolosamente studiato da Gotti. Il feeling con i nuovi compagni verrà affinato dal tempo[1].
Altra analisi da non sottovalutare è l'efficacia dei cambi di Conte. Dopo un primo tempo avaro di occasioni i nostri riescono ad uscire nella ripresa, soprattutto grazie all’ingresso in campo del cileno Sanchez che entra nell’azione del vantaggio firmato Lukaku e si procura il calcio di rigore pochi minuti dopo. Young esegue molto bene il suo compito – diciamo senza gloria e senza infamia – coprendo e offendendo con estrema puntualità e impedendo a Stryger Larsen di realizzare la rete del vantaggio con una “parata” a portiere battuto. Discreto anche l’esordio dal primo minuto di Eriksen che evidentemente deve ancora adattarsi al ritmo dei nostri e trovare sinergia con i compagni.
Questo nuovo 3-4-1-2 forse non convince, ma ci fa portare a casa 3 punti fondamentali per la rincorsa al primo posto e il testa a testa con la Lazio.
Ora ci si proietta con mente e corpo a domenica prossima, alla partita più sentita dell’anno. Ma questa è un’altra storia.