È chiaro a tutti che, purtroppo, abbiamo dovuto aspettare il responso del Governo per ...
È chiaro a tutti che, purtroppo, abbiamo dovuto aspettare il responso del Governo per mettere le cose a posto, anche perché quello del calcio, non solo non c’è riuscito, ma ha dato una pessima immagine di sé.
Siamo nella situazione in cui le famose “porte chiuse” sembrano la miglior soluzione auspicabile, come ha anche affermato Beppe Marotta: “giocare a porte chiuse è l’unico strumento per concludere il campionato”.
L'unica vera certezza, quindi, è che a questo punto il campionato verrà sicuramente “falsato”. Quanto meno non sarà più lo stesso, ma sarà come se ne iniziasse uno nuovo. Cambieranno le regole, le stesse che in un certo senso stravolgono il tradizionale svolgimento delle partite, al quale eravamo da sempre abituati. Certo, le “porte chiuse” sono da considerarsi un fatto accidentale al quale ci ha costretto la situazione che si è creata in questi ultimi mesi, ma così facendo si verrà meno ad un fattore determinante del calcio. Quale? vi chiederete voi. Semplice: “il fattore campo”. Giocare a casa propria, nel proprio stadio, e davanti ai propri tifosi rappresenta un vantaggio sia economico che sportivo. Così come tutti sanno che giocare fuori casa rappresenta un handicap per la squadra avversaria. Il tifo è quindi da considerarsi determinante nello sport, soprattutto nel calcio. Non è un caso, ad esempio, che nelle Coppe europee i goal in trasferta valgono il doppio, così come non è casuale che lo spareggio per l’assegnazione di una qualsiasi competizione venga sempre giocato in campo neutro. Evidentemente una ragione ci deve essere ed è rappresentata appunto dal “fattore campo”. Quindi, in condizioni normali, giocare in casa o fuori casa non è la stessa cosa. In un certo senso questa situazione appiattisce questo divario. In un primo momento si potrebbe pensare che questa limitazione valga per tutti e metta ogni team sullo stesso livello. Ma non è così.
Basti pensare a tutte quelle squadre che, come il Cagliari, in Napoli, il Lecce ed altre, sul campo da gioco fanno o stanno facendo fatica, ma che grazie al supporto del loro pubblico riescono a portarsi a casa punti utili per la classifica. Questa decisione sarà effettivamente una spada di Damocle per tutte le società che facevano forza sui loro seguaci.
Quindi ha senso che il campionato, e in generale tutte le competizioni calcistiche riprendano con queste nuove regole e paradigmi? Da tifoso dico di no, da spettatore, forse, l'impazienza di rivedere una partita anche seduto sul divano o al bar con gli amici (muniti di mascherina e guanti), mi fa bisbigliare un timido sì, non senza remore. È una campionato che “non s'ha da fare” e questo è chiaro a tutti.
La corsa allo scudetto dei neroazzurri e ormai compromessa, così come quello di tutte le altre squadre.
Un po' di rabbia, un po' di tristezza… ma sempre Forza Inter!