Come ogni settimana mi ritrovo su questo blog ad analizzare la partita dell’Inter del ...
Come ogni settimana mi ritrovo su questo blog ad analizzare la partita dell’Inter del weekend e a cercare di scrivere con lucidità su quello che in maniera passionale ho vissuto in quei novanta minuti.
Ecco, innanzitutto potrei partire da qui e dire che di emozioni se ne è parlato forse per soli quarantacinque minuti, perché il primo tempo è consistito in una sorta di temuta presa di distanza da parte delle due squadre che, ad eccezione di un paio di tentativi innescati da Vidal e Lautaro, non hanno mostrato assolutamente nulla.
Purtroppo, mi trovo ancora a sollevare dubbi sull’adattabilità di un giocatore del calibro di Eriksen per il gioco di Conte: sembra costantemente fuori ruolo, è sempre troppo lento e non gli si vede mai quella verticalizzazione decisiva che invece l’aveva reso uno degli elementi più attraenti (calcisticamente parlando) del Tottenham.
E non è un caso se è stato proprio il suo sostituto, un indispensabile e sempre più promettente Barella, a segnare la svolta del match, avviando al quarto d’ora della ripresa l’azione che ha portato al gol il solito, devastante, Romelu Lukaku. Vogliamo parlare di questo giocatore? La sua media gol da quando è arrivato, 0.71 gol a partita, è davvero una delle poche note liete di quest’ultimo travagliato periodo, tanto che anche Conte gli ha finalmente riconosciuto il giusto merito promuovendolo da “diamante grezzo” a giocatore “migliorato anche nella gestione del pallone e nell’ultimo passaggio. E poi segna sempre, che per un attaccante è una cosa importante” .
Se riusciamo a tenere tecnicamente e mentalmente in difesa, così come è successo sabato (merito del Mister, che da questo punto di vista è veramente un allenatore impeccabile), è altamente probabile quindi che prima o poi intervenga il gigante belga a risolvere la partita e a farci portare a casa gli agognati tre punti.
La solidità difensiva, poi, si è manifestata anche in occasione del raddoppio, dove il duttile e prezioso D’Ambrosio ha dato sfoggio alla sua abilità atletica per inserirsi nella difesa dei grifoni e inserirsi di testa sulla ribattuta del definitivo 2 a 0.
Le note positive, quindi, ci sono. Dalla continuità del nostro attaccante (nota a margine: non demonizziamo Lautaro, può capitare a tutti di innervosirsi per una sostituzione e, anzi, a me da sempre l’impressione che si tratti di un gesto indicativo della voglia di fare costantemente di più) alla tenuta difensiva, passando per la prova seria e strutturata di un undici di partenza parzialmente rimaneggiato in previsione della gara infrasettimanale di Champions League. Dopo la falsa partenza della scorsa settimana, infatti, la gara di domani potrà finalmente smentire le mie rimostranze e i miei timori e confermarmi che la mia Inter ha imboccato la strada giusta.
Una cosa è certa: Forza Inter, sempre e comunque.