Che brutto periodo... per quanti sforzi si facciano non riusciamo più a ottenere bottino ...
Che brutto periodo... per quanti sforzi si facciano non riusciamo più a ottenere bottino pieno in nessuna partita. Anche a Bergamo, contro una sempre ottima Atalanta reduce, però, dalla recente goleada incassata dai campioni del Liverpool, non siamo riusciti a difendere fino all’ultimo la rete del vantaggio di un ritrovato Lautaro Martinez e, anzi, abbiamo anche rischiato di incassare il gol della definitiva sconfitta.
Dopo un primo tempo dettato più dal timore di scoprirsi che dalla volontà di creare vere e proprie occasioni offensive, e contraddistinto da una sparuta manciata di tiri ribattuti o spediti direttamente fuori (ad eccezione di un cross sbagliato da parte di Freuler che rischiava di finire all’incrocio dei pali, prontamente smanacciato da Handanovic), nella ripresa i ritmi sono leggermente cresciuti e le due formazioni sono riuscite più spesso ad eludere il pressing avversario.
Certamente non mi aspettavo che si sbloccasse tutto con facilità, ma il grido che ho lanciato al quarto d’ora della ripresa quando Lautaro ha girato di testa quel bel cross di Young aveva dentro non soltanto la liberazione per il gol da parte di un giocatore che stimo enormemente (e che spero rimanga da noi a lungo, ignorando le varie sirene spagnole), ma anche di piacevole sorpresa per un’azione piovuta un po’ dal cielo.
Come troppo spesso accade di recente, però, il vantaggio dell’Inter non riesco ad accompagnarlo ad una gioia smodata in quanto rimango costantemente all’erta di una possibile scivolata, di un passo falso. Sensazione che si è fatta ancora più concreta quando, subito dopo il vantaggio, abbiamo sfiorato il raddoppio con una conclusione dello stesso Ashley Young e, soprattutto, con un’incursione centrale di Vidal. Ecco, se vuoi ambire a ritornare finalmente una grande realtà del campionato italiano, non puoi assolutamente sprecare questo tipo di occasioni.
Il solito, geniale, Lautaro defilatosi sulla destra era infatti riuscito ad imbeccare la percussione dell’ex blaugrana che, centrale, era stato in grado di tagliare in due la difesa bergamasca e di trovarsi faccia a faccia con Sportiello. A questo punto l’errore si è dovuto forse a un controllo di troppo (l’ultimo tocco con il quale si posiziona al meglio il pallone sul piede destro poteva a mio parere essere evitato) o forse all’aver scelto una conclusione a mezza altezza anziché un tiro rasoterra, che si sa fin dalla scuola calcio che a distanza ravvicinata è più complicato per il portiere che è costretto a sdraiarsi per intero in pochissime frazioni di secondo.Fatto sta che l’estremo difensore dell’Atalanta ha parato, ripetendosi poi con l’identica ribattuta di Barella che sul rimpallo è riuscito a calciare nello stesso modo del suo compagno di reparto. Assurdo.
A quel punto, come nelle migliori (maledette) tradizioni, gol mangiato equivale a gol subito. Ed infatti dopo un altro quarto d’ora di gioco e una sequenza di cambi da parte di entrambe le squadre (ben tornato Lukaku, non lasciarci più!), ecco arrivare il russo Miranchuk che, dopo aver liberamente stoppato il pallone sul vertice della nostra area servito da Muriel, riesce a fare due passi verso sinistra e a girare un fendente rasoterra sul secondo palo che un forse troppo statico Handanovic non riesce nemmeno a sfiorare.
Pareggio ed ennesima occasione mancata, pareggio ed ennesimi due punti persi in classifica. E fortunatamente parliamo solo di due punti, perché all’ultimo è stata proprio la squadra di Gasperini ad avvicinarsi di più alla vittoria grazie ad un pericolosissimo colpo di testa ravvicinato da parte di Muriel che è andato a concludere su un grande cross del solito Freuler. Come abbia fatto a trovarsi da solo in mezzo a Skriniar e De Vrij è un mistero, ma per fortuna non ci sono state conseguenze.
Che altro dire? Continuerò sempre a tifare Inter ma direi che è arrivato il momento di esigere di più da questo gruppo e, soprattutto, dall’allenatore che li guida. Speriamo che questa sosta ci schiarisca a tutti le idee, e che le trasferte con le nazionali non mettano a repentaglio la salute di troppi giocatori per ritrovarci tutti insieme a San Siro il 22 novembre contro un disastrato Torino.