Dovevamo vincere, ma Conte parla degli arbitri

Una partita insapore, incolore e soprattutto inutile. L’occasione di trovarci al giro di boa ...


Una partita insapore, incolore e soprattutto inutile. L’occasione di trovarci al giro di boa di questa Serie A al primo posto è sfumata un’altra volta a causa dell’ennesima prestazione inguardabile da parte della nostra povera Inter, trainata da un uomo che da molto, troppo tempo pensa più a giustificare le sue mancanze piuttosto che a costruire terreno fertile per una serie continuativa di risultati positivi. Un uomo, Antonio Conte, che anche questa volta ha focalizzato l’attenzione sugli errori arbitrali anziché spiegare a noi tifosi com’è possibile che una squadra costruita per la Champions e per una (quest’anno) possibile vittoria del campionato esca dalla Dacia Arena con un pareggio a reti inviolate. Insomma, un allenatore che dal prossimo anno mi auguro di non vedere più indossare i nostri colori, ma magari tornare nei luoghi dove tale piagnisteo veniva accolto più favorevolmente sia tra i tifosi che nelle sedi federative.

Più ci penso più mi viene rabbia, sabato con la sconfitta del Milan (spero che finalmente sia evidente a tutti come si tratta di una squadra assolutamente battibile, soprattutto se si trova di fronte ad organizzazione e velocità come quelle dell’Atalanta) e la vittoria in extremis di una Roma al limite di una crisi di nervi prenderci i 3 punti era più che obbligatorio. Ma come al solito abbiamo sbagliato.

E pensare che la partita era anche iniziata bene... al di la di un primo errore da parte di Bastoni che rischiava di costarci caro avevamo trovato l’incursione e gol di Lautaro dopo 7 minuti, peccato che partiva al di la della linea dei difensori. Nel quarto d’ora successivo, invece, abbiamo permesso all’Udinese di costruire di più nel loro centrocampo, e infatti sono arrivati tre volte, ma mai pericolosamente, a concludere verso la porta di Handanovic.

Tra il ventesimo e il trentesimo abbiamo avuto due occasioni buone, prima con un errore difensivo dei bianconeri che ha proiettato il nostro attaccante argentino davanti a Musso ma che non gli ha impedito di calciargli praticamente addosso, seppur molto forte. Poi è stato Barella (quanto mi piace questo giocatore!!!) a farmi saltare dal divano, calciando quasi perfettamente al volo da una respinta di testa in seguito a un calcio d’angolo, con il pallone che è finito esterno all’incrocio dei pali veramente di un soffio.

Il primo tempo, dopo due tiri telefonati di Young e Vidal, finisce così. Veramente troppo poco se si vuole raggiungere la vetta della classifica.

Il secondo tempo riprende praticamente allo stesso modo, con qualche nostra timida iniziativa (generata soprattutto da Hakimi, una vera spina nel fianco della difesa friulana) e rare ma pericolose occasioni dell’Udinese. Soprattutto quella di De Paul, un tiro uscito di pochi centimetri alla destra di Handanovic, che mi è costata una sonora imprecazione. Fortunatamente senza ripercussioni. E per quanto riguarda la cronaca della partita, non c’è davvero nient’altro da dire.

Quello che posso affermare con certezza è che dopo un anno e mezzo di tattiche è evidente come Conte continui ad affidarsi solo ed esclusivamente alle intuizioni dei singoli, soprattutto agli uno contro uno degli esterni (quasi sempre il marocchino, raramente Perisic) che sperano in qualche altra giocata da campione di una delle due punte (quasi sempre Lukaku, ogni tanto Lautaro) per concretizzarsi in gol. Insomma, una strategia decisamente insufficiente se si incappa in giornate no come quella di sabato.

Che poi l’arbitro Maresca potesse risparmiarsi quella frase infelice siamo tutti d’accordo, noi tifosi in primis che queste cose le viviamo sicuramente peggio di un professionista pagato praticamente 12 milioni di euro l’anno. Ma anche noi tifosi riusciamo ad essere più oggettivi, ammettendo che nonostante i 4 minuti di recupero potessero rivelarsi pochi, e nonostante sentirsi dire di accettare il pareggio da un direttore di gara sia insolito e irrispettoso, di certo non è colpa di Maresca se abbiamo giocato male e siamo usciti da lì senza essere riusciti a segnare. E quindi è inaccettabile che nelle interviste post-partita il nostro allenatore parli soltanto di quello.

Che altro? Stringiamoci intorno a questa squadra e diamoci un nuovo appuntamento a sabato sera, quando arriverà il Benevento a San Siro. Non ci rimane molto da fare se non rimanere fortemente interisti e gridarlo sempre: Forza Inter!


Nicola Bruno